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Murchison, Australia. Gennaio 1943. Vista panoramica del campo n. 13 dei prigionieri di guerra
Nato a Milano il 15 ottobre 1911 da Senatore e Anna Dell’Acqua, Romualdo detto “Micio” è probabilmente uno dei prigionieri di più alto profilo qui trattati, dato che nel 1940 ereditò dal padre il titolo di Conte d’Arosio, oltre alla direzione della Rinascente, società che il padre aveva fondato e di cui era presidente.
Romualdo fu anche tra i pochi prigionieri degli alleati che, essendo stato liberato prima della fine del conflitto, ebbe modo di partecipare alla Resistenza, ottenendo la poco invidiabile caratteristica di essere stato, durante lo stesso conflitto, prigioniero sia degli alleati che dei tedeschi.
Stando al suo fascicolo conservato presso l’Archivio dell’Ufficio storico dell’Aeronautica militare, Romualdo al momento della sua cattura era da diciotto mesi Tenente (pilota) nella Sezione cinematografica del Reparto P.
Ferito in combattimento, Romualdo cadde prigioniero a Sidi Barrani nel giugno 1941. Dopo un brevissimo periodo di prigionia in Egitto, il 17 dicembre 1941 fu portato in Australia, dove inizialmente fu detenuto a Murchison, nello stato di Victoria.
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A seguito di problemi di salute, forse legati alle ferite subite al momento della cattura, fu trasferito nel giugno 1942 a Myrtleford. Nel febbraio 1943 fu deciso il suo rimpatrio, avvenuto, stando alla documentazione degli archivi nazionali australiani, il 27 aprile 1943, grazie ad uno scambio di prigionieri. La sua liberazione fu probabilmente favorita anche dalle cattive condizioni di salute, tali – stando alla testimonianza della sorella Ida – da farlo riconoscere come “mutilato di guerra” da un ospedale svizzero.
Il 6 giugno 1944 fu ferito mentre passava il confine tra la Svizzera e l’Italia, per unirsi alla Resistenza. Dopo una prima cattura da parte tedesca mentre era ancora ricoverato a seguito della ferita, fu liberato grazie alle pressioni della famiglia, per essere nuovamente catturato per una delazione e portato a San Vittore, dove risulta detenuto alla data del 30 settembre 1944.
In considerazione del suo impegno durante la guerra gli furono conferite una Medaglia d’argento e una di bronzo al Valor militare. A seguito di queste esperienze – ed in particolare delle torture subite dai tedeschi – Romualdo sviluppò una malattia nervosa che gli impedì di lavorare sino al 1948 e che lo accompagnò anche successivamente, contribuendo forse anche alla brevità della sua vita.
Ripresosi, si dedicò quasi esclusivamente alla Rinascente, entrandovi come vicedirettore generale nel 1950, per poi diventarne direttore generale e infine presidente, nel 1957. Romualdo guidò quindi la Rinascente nel suo momento più florido, ma non sempre le sue decisioni furono coronate dal successo, anche per via dei contrasti con il resto del vertice aziendale, particolarmente acuti nell’ultima fase della sua direzione.
Dal 1962 al 1967 fu anche a capo dell’AGID (Associazione italiana delle grandi imprese di distribuzione al dettaglio).
Nominato Cavaliere del lavoro nel 1966, morì a seguito di una caduta da cavallo il 26 settembre 1967.
Articolo a cura di Alice Leone
FONTI
Fonti d’archivio
Archivio dell’Ufficio storico dell’Aeronautica militare, Commissione centrale per i prigionieri di guerra MDA, fasc. 14888
Istituto nazionale Ferruccio Parri, fondo Schede del Carcere di San Vittore di Milano, b. 1 fasc. 2
National Archives of Australia: MP1103, PWI49778
Bibliografia
Borletti Ida, Una vita, Mantova, Corraini Editore, 2000
Borletti Romualdo, in «Dizionario Biografico degli Italiani», 1988, vol. 34
Sitografia
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